La processione: Studio Storico-Antropologico
PARTE 1
LA PROCESSIONE: UN CAMMINO TRA FEDE, STORIA E CULTURA
Le processioni accompagnano la storia del Cristianesimo sin dagli albori. Ma cosa rappresentano davvero? Sono soltanto cortei di fedeli che seguono una statua, o custodiscono significati più profondi? Per comprenderne il valore simbolico e storico, è necessario un viaggio nel tempo, tra civiltà antiche e sviluppi religiosi.
LE ORIGINI ANTICHE: DA BABILONIA ALLA GRECIA Già nel VI secolo a.C., la città di Babilonia era dotata di un'imponente struttura urbana, delimitata da una doppia cinta muraria e otto maestose porte. La più famosa, la Porta di Ishtar, costruita da Nabucodonosor II intorno al 575 a.C., era dedicata alla dea dell’amore e della guerra. Riccamente decorata con piastrelle smaltate blu e bassorilievi raffiguranti leoni, tori e draghi, la porta segnava l’inizio della celebre Via delle Processioni, un percorso cerimoniale che conduceva alla ziqqurat e al tempio del dio Marduk.
Questa antica via processionale testimoniava già un legame profondo tra spazio sacro, potere e rito.
Secoli dopo, Erodoto – storico greco del V secolo a.C. – descrive con meraviglia le solenni processioni egizie: enormi cortei in cui il popolo accompagnava i sacerdoti e il simulacro della divinità, spesso trasportato anche sul Nilo tra canti e danze.
Nella Grecia classica, le processioni erano centrali nella vita religiosa e civica. Le Panatenee, celebrate ad Atene, coinvolgevano l’intera cittadinanza in un corteo ordinato che culminava nell’offerta di un peplo ad Atena, dea protettrice della città. Simili erano le processioni falloforiche durante le feste dionisiache, legate ai culti della fertilità e al dio Dioniso, o quelle espiatorie delle Targelie, che culminavano nel sacrificio di due pharmakoi per purificare la polis.
Queste pratiche, ben lontane dall’essere meri rituali religiosi, erano strumenti di coesione sociale, identità collettiva e legittimazione del potere.
LE PROCESSIONI NEL MONDO CRISTIANO Con l’avvento del Cristianesimo – che eredita molti tratti dall’ebraismo – la pratica processionale non si arresta. Al contrario, viene riformulata e adattata alla nuova fede. Il percorso storico del Cristianesimo può essere suddiviso in tre fasi:- Morte di Cristo (ca. 34–37 d.C.);- Diffusione all’interno dell’élite imperiale romana (37–325 d.C.);- Legalizzazione e ufficializzazione: -325 d.C.: Concilio di Nicea (rescritto di Costantino); -380 d.C.: Editto di Tessalonica (Teodosio I).Secondo Giuseppe Flavio, storico ebreo del I secolo, Gesù fu condannato sotto Ponzio Pilato. Nelle sue Antichità Giudaiche (libro XVIII), nel celebre Testimonium Flavianum, Flavio descrive Gesù come un uomo saggio, autore di opere straordinarie, crocifisso per ordine di Pilato e (secondo i suoi seguaci) risorto il terzo giorno. Malgrado l’autenticità del passo sia stata spesso dibattuta (e ritenuta parzialmente interpolata da autori cristiani), rimane una fonte storica significativa. Ma come si giunse dalla crocifissione all’adozione del Cristianesimo come religione imperiale? Nel I secolo d.C., Roma viveva un’epoca di relativa stabilità nota come Pax Augustea, istituita da Augusto dopo le guerre civili. L’impero, strutturato in province senatorie (pacificate) e imperiali (con esercito), comprendeva anche la Iudea Palestina, sotto diretto controllo dell’imperatore. Ed è proprio lì che si collocano gli eventi della vita di Cristo. Nonostante le persecuzioni iniziali, il Cristianesimo iniziò a penetrare tra le élite dell’impero, attratte dalla forza filosofica e morale del messaggio cristiano. Molti aderirono alla nuova fede pur continuando a onorare formalmente il culto tradizionale romano. Questo dualismo si protrasse fino alla svolta costantiniana. Con il Concilio di Nicea (325 d.C.), il Cristianesimo fu ufficialmente riconosciuto e regolato. Da lì, la sua ascesa fu inarrestabile, fino a divenire religione di Stato con l’Editto di Tessalonica (380 d.C.), voluto da Teodosio I.
LE PROCESSIONI CRISTIANE: TRA CULTI PAGANI E NUOVA FEDE Le prime processioni cristiane ereditarono elementi dai riti pagani, ma assunsero nuove connotazioni teologiche. Non erano più semplici manifestazioni di culto, ma vere e proprie espressioni della fede collettiva, strumenti di catechesi, pellegrinaggi, atti di penitenza e ringraziamento. Nel lungo arco che va dalla Roma repubblicana al trionfo del Cristianesimo come religione ufficiale, la processione si conferma come gesto simbolico ricco di significato: un movimento fisico che riflette un cammino spirituale, un atto di memoria e di testimonianza, un incontro tra la storia e il sacro.
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