IL CONCLAVE:

Il termine “Conclave”, dal latino cum clave (con chiave), indica etimologicamente l’atto dell’essere chiusi a chiave, ed è utilizzato per designare il procedimento elettivo del Papa. In senso stretto, il Conclave ha inizio nel momento in cui viene chiuso il portone della Cappella Sistina, gesto simbolico accompagnato dalla proclamazione “Extra Omnes” (Fuori tutti), con la quale si ordina a tutti i presenti non aventi diritto di voto di lasciare l’aula, sancendo così l’inizio della sessione elettiva a porte chiuse.

Nascita del Conclave...

Seguendo tracce storiche, possiamo affermare che prima del 1100, di Conclave e di riunioni ai fini di decisioni di papi, simili al conclave non ve ne erano. Ma, il papa veniva eletto tramite un’altra forma molto particolare che era quelle dell’acclamazione, come fosse un imperatore.

Ma, questa prassi traeva origine dal modello di elezione episcopale vigente nella chiesa delle origini. a partire dal V secolo, l’imperatore bizantino assunse un ruolo determinante nel processo di approvazione del pontefice eletto.

Con la costituzione del sacro romano impero e in seguito alla donazione di Pepino, anche i sovrani franchi e, successivamente, gli imperatori germanici esercitarono una notevole influenza sull’elezione papale. Tali ingerenze da parte del potere temporale generarono frequenti tensioni istituzionali e prolungate vacanze della sede apostolica.

La riforma gregoriana e il decreto in nomine domini (1059) …

Nel tentativo di limitare l’interferenza dei poteri laici nelle questioni ecclesiastiche, papa Niccolò II promulgò nel 1059 il decreto “In nomine domini”, con il quale si stabiliva che la proposta del candidato al soglio pontificio spettasse esclusivamente ai cardinali vescovi. Tale proposta doveva poi essere ratificata dagli altri cardinali e dal clero romano. Questo provvedimento rappresenta un momento cruciale nel processo di affermazione dell’autonomia della chiesa rispetto al potere secolare.

Il decreto “In nomine domini” cita così:

“Papa Niccolò, nella patriarcale basilica Lateranense, chiamata Basilica di Costantino, nonché alla presenza di tutti i reverendissimi Arcivescovi, Vescovi e Abbati, e venerabili presbiteri e Diaconi, il medesimo e venerabile Pontefice, decretando con autorità apostolica riguardo all'elezione del pontefice disse: le eminenze vostre sanno dilettissimi vescovi e confratelli, quante avversità abbia sofferto la sede apostolica per cui per volontà divina io servo dalla morte di Stefano nostro predecessore di beata memoria e a quanti colpi sia stata sottoposta ad opera dei trafficanti simoniaci. Dunque, con l'autorità dei nostri predecessori decretiamo e stabiliamo che quando il pontefice di questa universale chiesa romana muore, prima i cardinali vescovi decidano tra loro con la più attenta considerazione, poi chiamino i cardinali e chierici e allo stesso modo si associno poi il resto del clero e il popolo per giungere alla nuova elezione, affinché il tristo morbo della venalità non abbia qualche occasione di infiltrarsi. Siano i religiosi a condurre le elezioni del futuro pontefice e tutti gli altri li seguano essi allora lo eleggano dal seno della Chiesa di sé trovato; altrimenti lo si prenda da un'altra chiesa.”

l’istituzionalizzazione del Conclave come procedura esclusiva per l’elezione del pontefice fu sancita dal secondo concilio di Lione nel 1274, attraverso la costituzione(ubi periculum), promulgata da papa Gregorio X. il documento stabiliva che, in caso di sede vacante, i cardinali elettori dovessero essere segregati in un luogo chiuso, senza possibilità di contatti con l’esterno, e sottoposti a crescenti restrizioni, come la progressiva riduzione del vitto e delle comodità, qualora il processo elettivo si fosse protratto oltre un tempo ragionevole.

Questa normativa fu direttamente ispirata all’esperienza dell’elezione dello stesso Gregorio X, che si protrasse per quasi tre anni a Viterbo (1271–1274), durante i quali i cardinali, sotto la pressione del popolo esasperato, furono letteralmente rinchiusi per forzare una decisione.

Sviluppi del conclave tra XIV e XX secolo…

Nel corso dei secoli, il conclave si consolidò come prassi regolare nella vita istituzionale della chiesa. Fu introdotto l’uso della cappella sistina come sede deputata alle votazioni e si codificò un cerimoniale preciso, comprendente il giuramento di segretezza, il sistema delle fumate (nera per l’esito negativo, bianca per l’elezione riuscita) e il voto per scrutinio segreto.

Testo del giuramento di segretezza:

Da: “Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis” (1996) di Papa Giovanni Paolo II:

"Noi tutti e ciascuno di noi cardinali elettori presenti nel Conclave promettiamo, giuriamo e ci obblighiamo, con il giuramento, di osservare esattamente e fedelmente tutte le norme contenute nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, e di mantenere il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo ha relazione con l’elezione del Romano Pontefice, con quanto accade nel luogo dell’elezione e con le votazioni, sia durante che dopo l’elezione del nuovo Pontefice, a meno che non sia stata data espressa autorizzazione dal Papa stesso.

Promettiamo e giuriamo, inoltre, che non useremo mai strumenti di registrazione, ricezione o trasmissione di immagini, suoni o dati di qualunque tipo all’interno della Cappella Sistina o nei luoghi destinati all’alloggio, prima, durante e dopo il Conclave.

Facciamo questo liberamente e coscientemente, invocando su di noi l’aiuto di Dio, e chiamando come testimoni il Vangelo che tocco con la mia mano."

Dopo questa formula, ogni cardinale, a turno, pone la mano sul Vangelo e pronuncia: "Ego N. Cardinalis N., spondeo, voveo ac iuro." ("Io, N. Cardinale N., prometto, mi impegno e giuro.")

La crisi del grande scisma d’occidente (1378–1417), che vide la contemporanea rivendicazione del papato da parte di più pretendenti, rafforzò ulteriormente l’esigenza di un meccanismo univoco e legittimo per la scelta del pontefice. Il concilio di costanza (1414–1418), con l’elezione di Martino V, restaurò l’unità ecclesiale e riaffermò il conclave come unico strumento legittimo per la successione papale.

In epoca contemporanea, il conclave fu oggetto di ulteriori riforme: Papa Pio X (1904) e Papa Pio XII (1945) introdussero modifiche procedurali volte a disciplinare con maggiore rigore il processo elettorale. successivamente, papa Giovanni Paolo II, con la costituzione “universi dominici gregis” (1996), ridefinì organicamente le norme del conclave, stabilendo, tra l’altro, un numero massimo di 120 cardinali elettori, tutti di età inferiore agli 80 anni.

 

Il conclave nell’epoca attuale…

Attualmente, il conclave prevede il ritiro dei cardinali elettori presso la domus sanctae marthae in vaticano, da dove si recano quotidianamente alla cappella sistina per le sessioni di voto. la procedura di elezione avviene tramite scrutinio segreto e richiede la maggioranza qualificata dei due terzi dei voti espressi. una volta raggiunto il quorum, il candidato eletto deve accettare la carica e può scegliere il nome con cui eserciterà il ministero petrino.